PRIMA CASA: QUANTO CI COSTANO LE TASSE PER COMPRARLA?
L’acquisto della prima abitazione rappresenta un passo molto importante per moltissime persone e deve essere valutato con grande attenzione. In questo senso, una leggerezza che si potrebbe commettere nelle prime fasi di ricerca è considerare solo il valore di vendita della casa.
Oltre al costo dell’immobile in sé, quando decidiamo di comprare casa si devono infatti mettere in conto altre spese che il fisco ci impone: alcune fisse e annuali, altre una tantum.
Bisogna però considerare, più nello specifico, che le tasse per l’acquisto della prima casa sono disciplinate diversamente e beneficiano di alcune misure particolari: ecco quali sono, a quanto potrebbero ammontare e come si calcolano.
Quali tasse si pagano per acquistare un’abitazione
Prima di trattare il caso specifico dell’acquisto della prima casa, sarebbe bene chiarire a un livello più generale quali sono le tasse previste quando si compra un immobile. Volendo semplificare i possibili scenari, si potrebbe dire che le imposte variano in base a due condizioni:
- il venditore è un privato oppure un’azienda con vendita esente da Iva
- il venditore è un’azienda con vendita soggetta a Iva.
Nella prima situazione, l’acquirente dovrà pagare:
- imposta di registro proporzionale del 9%
- imposta ipotecaria – 50 euro
- imposta catastale – 50 euro
Nel secondo caso si dovrà pagare:
- Iva – al 10% (o al 22% se l’immobile rientra nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9)
- Imposta di registro – 200 euro
- Imposta ipotecaria – 200 euro
- Imposta catastale – 200 euro
Acquisto della prima casa: tasse e bonus
Quando si tratta di acquistare la prima casa, tasse e imposte si calcolano in maniera diversa, perché si applicano le agevolazioni previste dalla legge.
Le imposte, insomma, non vengono completamente eliminate, ma sono ridotte per entrambi i casi sopra riportati. Non importa che si compri l’abitazione principale da un privato, da un’impresa che può vendere esente da Iva o da un’impresa con vendita soggetta a Iva: in tutti questi contesti si applicano “tasse prima casa” ben definite. Ecco quali.
Compravendita da privato o da impresa con vendita esente da Iva
Come riporta chiaramente il prospetto esemplificativo dell’Agenzia delle Entrate, qualora si compri la prima casa da un privato cittadino o da una azienda con vendita esente da Iva, allora le tasse da pagare sono:
- Imposta di registro – al 2% (con un minimo di 1.000 euro)
- Imposta ipotecaria – 50 euro
- Imposta catastale – 50 euro
Compravendita da impresa con vendita soggetta a Iva
Nel caso in cui tu stia comprando la tua abitazione da una impresa con vendite soggette a Iva, allora le impose che dovrai pagare sono:
- Iva – al 4%
- Imposta di registro – 200 euro
- Imposta ipotecaria – 200 euro
- Imposta catastale – 200 euro
Agevolazioni fiscali per la prima casa: quando non vengono applicate
Esistono delle eccezioni alle agevolazioni fiscali sulle tasse per l’acquisto della prima casa. Gli “sconti” infatti non si applicano l’abitazione appartiene a determinate categorie catastali, che in maniera molto generica potremmo definire “di lusso”.
Più precisamente, se l’immobile a cui si è interessati è classificato come
- A/1 – abitazioni di tipo signorile
- A/8 – abitazioni in ville
- A/9 – castelli e palazzi di eminenti pregi artistici e storici
non rientra tra quelli che possono ottenere le agevolazioni fiscali.
Abitazione principale: quali tasse per i garage, autorimesse e depositi?
Una valutazione completa sugli impegni fiscali per l’acquisto della prima casa non può non considerare le cosiddette pertinenze, cioè quegli immobili che rientrano tra magazzini e locali di deposito, garage e autorimesse, tettoie chiuse o aperte. In questi casi quale tassazione si applica?
Anche in questo caso le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate sono chiare: nelle situazioni appena citate, e che quindi rientrano nelle categorie catastali
- C/2 (magazzini e locali di deposito)
- C/6 (rimesse e autorimesse)
- C/7 (tettoie),
si applicano le stesse tasse agevolate per l’acquisto della prima casa.
Il requisito fondamentale che si deve rispettare è che le pertinenze siano destinate in modo durevole a servizio dell’abitazione principale; e che a sua volta quest’ultima sia stata acquistata proprio con le agevolazioni “prima casa”.
Imu, Tari e Tasi: le altre tasse e le esenzioni per la prima casa
Tra le imposte che il proprietario dovrà versare annualmente al Comune non ci sono Imu e Tasi. La prima casa, infatti, è esente dal pagamento di queste due tasse, ma a precise condizioni:
- l’immobile non deve essere classificato come di lusso, cioè rientrare tra le categorie catastali A/1, A/8 o A/9
- l’immobile in questione deve essere la prima residenza del contribuente
- la casa deve essere la dimora abituale del contribuente e di tutta la sua famiglia
Che cosa bisogna dunque pagare? La Tari, cioè la tassa sui rifiuti, il cui costo varia a seconda della superficie dell’immobile e del numero di abitanti del Comune in cui è collocato.
Ovviamente, restano escluse da questo calcolo le utenze domestiche di luce, gas e acqua, che non costituiscono delle vere e proprie tasse, ma che sono spese di consumo.